Acqua e Africa
€14,00 – €20,00
“Acqua e Africa | Water and Africa” è il dossier numero 98 di Africa e Mediterraneo, appena pubblicato. Uno dei fondamenti epistemologici del pensiero sul continente, l’acqua è un filtro che racchiude molti degli aspetti asimmetrici del rapporto del Nord con questa parte del Sud globale. Dopo aver orientato saperi e narrazioni occidentali nei secoli del colonialismo, oggi è un significante dell’agenda politica globale attorno al quale si coagulano il nuovo linguaggio securitario nel Mediterraneo e le risposte ai cambiamenti climatici. Quest’ultimo un tema attualissimo che interessa tutto il continente, dove le mutazioni del clima stanno già avendo effetti massicci sulla qualità della vita e la sopravvivenza di milioni di esseri viventi. Secondo una previsione dell’ONU, per esempio, entro il 2025 il Nord Africa sarà una regione povera d’acqua. Di fronte a trasformazioni di questa portata, i paesi africani che hanno preso parte alla Conferenza Mondiale sull’Acqua – tenutasi a New York a marzo di quest’anno – hanno sottoscritto il programma di iniziative volontarie per mitigare la penuria di acqua potabile attraverso lo sviluppo di sistemi alimentari alternativi che riducano il consumo di risorse idriche in agricoltura, iniziative che, in alcuni casi, portano avanti progetti già avviati in passato.
Queste e altre sono le angolazioni e i posizionamenti geografici da cui i contributi del dossier affrontano il tema dell’acqua. Le letterature africane sono l’argomento dei primi quattro articoli. Francesca Romana Paci fa una panoramica del tema dell’acqua dolce nelle opere in inglese e francese di autori di romanzi e studi scientifici provenienti da diversi paesi africani concludendo che l’acqua emerge come un tema ricorrente, spesso evocato come metafora dell’esperienza umana. Marco Fazzini presenta uno studio monografico sul sudafricano Douglas Livingstone, poeta e scienziato che ha studiato per tutta la sua vita l’inquinamento delle acque a largo di Durban. Gli effetti alteranti dell’impronta antropica sul territorio e del cambiamento climatico ritornano nell’articolo di Jessica Falconi che guarda alla letteratura lusofona, in particolare ai romanzi degli angolani Pepetela e Luandino Vieira e del mozambicano João Borges Coelho. Mina M. Đurić propone una lettura dell’acqua, e più precisamente della pioggia, in Africa nella produzione letteraria degli anni ’30 del Novecento, introducendo gli scritti degli autori serbi Rastko Petrović e Jelena Dimitrijević.
Seguono tre articoli che inquadrano l’acqua attraverso le lenti della sostenibilità e della comunità. Elena Giacomelli e Pierluigi Musarò esaminano i rapporti tra mare, crisi climatica e migrazioni in Senegal. Le acque dell’Oceano Atlantico rappresentano un rischio e una promessa per la popolazione che, dopo aver vissuto di pesca per secoli, si trova ora a fare i conti con l’impoverimento delle acque, provocato in larga parte dallo sfruttamento delle multinazionali americane e asiatiche del pesce, e a contemplare la necessità, spesso preclusa e sempre pericolosa, di migrare altrove. Mattia Fumagalli descrive l’inaridimento del lago Turkana e i suoi effetti sulla convivenza, sempre meno pacifica, tra i pastori nomadi Turkana e i Dassanech che vivono in prossimità del confine tra Kenya ed Etiopia. Mohamed Sacko presenta un caso studio sul degrado ambientale del fiume Niger in Guinea, un paese idrograficamente ricco ma ancora poco sensibile ai problemi legati alla distruzione ambientale e all’inquinamento umano.
Seguono alcuni contributi storici. Luigi Gaffuri descrive i resoconti di viaggio dei missionari italiani in Sudan Angelo Vinco e Stanislao Carcereri, soffermandosi sulla funzione strategica dell’acqua, la risorsa più preziosa tra quelle offerte dalla natura per andare avanti nell’evangelizzazione di nuove aree. Monica Labonia e Mamadou Lamine Sané esaminano le somiglianze dal punto di vista geografico tra i siti dei santuari musulmani Keñekeñe jáaméŋ di Gunjur e Kafountine – entrambi sorti in prossimità di acque dolci – introducendo un nuovo elemento analitico nello studio della confraternita senegalese della Tijâniyya. Emanuele Oddi descrive la storia della Great Ethiopian Renaissance Dam, una delle maggiori infrastrutture idroelettriche in Africa, e gli eventi moderni legati ad essa, concludendo che oggi il Nilo ha perso l’antico status di simbolo di pace, alimentando scontri e tensioni. Ettore Morelli ricostruisce l’esperienza della Seconda Guerra Mondiale attraverso i componimenti lirici dei membri degli African Auxiliary Pioneer Corps che hanno combattuto per l’Impero Britannico, soffermandosi sul naufragio dell’Erinpura avvenuto a largo delle coste libiche nel 1943, nel quale hanno perso la vita centinaia di ausiliari provenienti dai moderni Botswana, Lesotho ed eSwatini.
Nella sezione “Cantieri” Jama Musse Jama denuncia l’indifferenza del mondo verso la siccità che si è abbattuta sul Corno d’Africa in questi ultimi anni e che sta provocando insicurezza alimentare e spopolamento con effetti globali. Il collettivo artistico keniano Kairos Futura, intervistato dalla redazione, illustra “Nairobi Space Station”, un progetto di educazione civile alla responsabilità ecologica intrapreso presso alcuni quartieri informali di Nairobi dove la popolazione attinge acqua da fonti inquinate. Paolo Agostini scrive invece delle oasi della Tunisia dove la desertificazione minaccia la sopravvivenza socioeconomica ed ecologica. Il suo articolo descrive il progetto di cooperazione internazionale “Les Oasis de El Ouidane” che ha dotato l’oasi di Degache, nel sud-ovest del paese, di strumenti per effettuare la raccolta differenziata e di un sito di compostaggio.
Infine, in “Musei”, Claudio Arbore presenta il progetto del Memorial da Escravatura e do Tráfico negreiro di Cacheu, in Guinea-Bissaua, avviato da una ONG locale e sostenuto da programmi di cooperazione allo sviluppo dell’Unione Europea. Il museo punta sul patrimonio culturale dell’area, che è legato alla storia dell’Atlantico nero, creando un luogo della memoria e una nuova consapevolezza identitaria che produce anche un ritorno economico positivo per il territorio.
Foto di copertina:
Artist and activist Stoneface Bombaa standing atop a pile of trash in Nairobi wearing one of his Tree Helmets, part of his Nomadic Forest Installation. Bombaa created the installation as part of his Future Forest Ritual meant to engage his community around the issue of deforestation and regreening the community he lives in, Mathare, an informal settlement in Nairobi. © Kairos Futura
Africa e Mediterraneo n. 98 (1/23); Lingua: Contiene articoli in italiano, inglese e in francese; Codice ISSN: 1121-8495; Formato: 108 pp., 21×28 cm, brossura filo refe.;
€14,00 – €20,00