Africa e Mediterraneo n. 97 (2/22)

Laboratorio Africa

14,0020,00

Il numero 97 di Africa e Mediterraneo ha aperto a ricercatrici e ricercatori dei temi legati all’Africa e alla migrazione uno spazio per descrivere i percorsi di approfondimento che le/li stanno appassionando senza limitazioni tematiche, affinché fosse “il campo” a parlare. In un momento di forti cambiamenti sia sul continente che nel suo rapporto con il mondo e i paesi del Mediterraneo in particolare, ne è nata una mappatura (pur parziale e in fieri) con tre assi principali: il passato coloniale italiano e la storia presente del Corno d’Africa, le frontiere della migrazione, e quello che si può chiamare “laboratorio Africa” che raccoglie argomenti di grande attualità come il Covid-19 e i rapporti con la Cina.

I rapporti tra Etiopia ed Eritrea e la prospettiva di una pace duratura dopo il conflitto che si è concluso di recente sono l’argomento dei contributi di Tekeste Negash e Andebrhan Welde Giorgis. Di Etiopia scrive anche Vincenzo Straface, che ripercorre la storia architettonica di Addis Ababa, capitale dell’Africa Orientale Italiana e bacino di sperimentazione dei principi dell’urbanistica segregazionista. Segue l’approfondimento di Federica Colomo sul ruolo delle donne nel colonialismo italiano in Africa, un tema ancora poco approfondito dalla storiografia italiana.

Le rotte della migrazione nel Mediterraneo, e le esperienze di chi nasce all’interno di famiglie migranti, sono al centro di tre articoli. Il primo, di Alberto Catania, riguarda i territori spagnoli in Nordafrica, in particolare le exclavi di Ceuta e Melilla, che demarcano l’estrema frontiera meridionale dell’Europa. Fabiana D’Ascenzo scrive invece di Lampedusa e Lesbo, anch’esse luoghi di approdo e transito di flussi di migranti, in cui ha svolto periodi di ricerca sul campo. C’è poi l’esperienza della migrazione interiorizzata e reinterpretata dalle seconde generazioni, di cui scrive Sabrina Alessandrini nella sua ricerca etnografica con un gruppo di adolescenti italiani di origine africana.

I restanti contributi riguardano alcuni importanti argomenti di attualità da cui emerge con forza il tema della agency africana, inteso come un voler fare e agire per sé, secondo principi radicati nelle culture autoctone. Barbara De Poli presenta un caso studio sulla controversa gestione della pandemia del defunto presidente tanzaniano P. J. Magufuli, che ha affrontato il virus con un atteggiamento antiscientifico, affidandosi a rimedi naturali e alla preghiera, lasciando la popolazione tanzaniana priva di protezione sanitaria. Il Covid appare anche nel contributo di Giulia Allegra Liti come una delle contingenze in cui l’artista queer ghanese crazinisT artisT ha inscenato le sue performance, denunciando la discriminazione subita dalle persone LGBTQI+ nel suo paese. Di resistenza attraverso l’arte scrive anche Priscilla Manfren, soffermandosi sulla produzione di quattro artisti africani che citano e si riappropriano delle modalità espressive dell’arte europea, suscitando riflessioni sull’eredità del colonialismo e su altri temi come le questioni di genere e la globalizzazione. Partendo dal recente progetto della rivista libanese WatWat, l’articolo di Enrica Battista e Maria Laura Romani si propone di esplorare lo stato del fumetto “per giovani adulti” in Algeria, Egitto, Marocco e Tunisia. All’inclusività, ricercata nella disciplina dell’architettura, guarda l’articolo di Maria Argenti, Anna Bruna Menghini e Francesca Sarno, trovando una risposta nel Sud del mondo e, oggi più che mai, in Africa, dove numerose esperienze qui passate in rassegna mostrano una mediazione tra natura, sostenibilità ed esigenze degli abitanti. Antonella Ceccagno e Mariasole Pepa analizzano il dibattito accademico recente e le opinioni sulla presenza cinese in Africa, evidenziando e l’importanza di concentrare l’attenzione sulla risposta dei diversi paesi del continente alla visione di sviluppo avanzata dal gigante asiatico, quindi sul ruolo dell’agency africana nella ridefinizione del modello di crescita.

Foto di copertina

Roberto Pare, Souvenir d’Afrique 1 (detail), acrylic and collage on canvas, 150×120 cm, 2022. Courtesy: Black Liquid Art Gallery, © Roberto Pare

Africa e Mediterraneo n. 97 (2/22); Lingua: Contiene articoli in italiano e inglese; Codice ISSN: 1121-8495; Formato: 104 pp., 21×28 cm, brossura filo refe.

Africa e Mediterraneo n. 97 (2/22); Lingua: Contiene articoli in italiano e inglese; Codice ISSN: 1121-8495; Formato: 104 pp., 21x28 cm, brossura filo refe.;

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Sommario

Sommario

Tekeste Negash, Encouraging Prospects for Good Relations Between Eritrea and Ethiopia Re-visited. Period Covered: October 2020 to November 28, 2022

Andebrhan Welde Giorgis, The Eritrea-Ethiopian Conflict: A Path to Durable Peace

Vincenzo Straface, Addis Ababa: Italian Colonialism and Fascism in the Construction of Italian East Africa’s Capital

Federica Colomo, Italiane d’oltremare. Prospettive demografiche e razziali in Africa Orientale Italiana

Alberto Catania, I possedimenti spagnoli in Nordafrica: una contesa geopolitica tra le odierne rivendicazioni marocchine e i flussi migratori

Fabiana D’Ascenzo, Frontiera d’acqua. Transiti e confinamenti nel Mediterraneo

Sabrina Alessandrini, L’Africa dei figli d’immigrati: rappresentazioni del paese d’origine nella percezione di sé e della propria identità

Barbara De Poli, «Covid-19 Doesn’t Exist in Tanzania»: A Pandemic Phenomenology Observed from Zanzibar

Giulia Allegra Liti, Black and Queer. Artivismo contro la legge anti-LGBT in Ghana

Enrica Battista, Maria Laura Romani, Potrà un pipistrello salvare il fumetto arabo per ragazzi?

Maria Argenti, Anna Bruna Menghini, Francesca Sarno, Comunità resilienti. Il ruolo dell’architettura nei processi di sviluppo dell’Africa subsahariana

Priscilla Manfren, Influenze europee e citazionismo nell’arte contemporanea africana e della Diaspora: alcuni casi di appropriazione e riappropriazione culturale

Antonella Ceccagno, Mariasole Pepa, Africa e Cina: tra vecchie e nuove geografie del potere